Giulio era poco più che adolescente e come tanti ragazzi della sua età non era particolarmente interessato alla scuola. Preferiva passare il proprio tempo a scherzare con gli amici, a giocare con loro e quando era da solo, si perdeva interrogandosi sui “misteri del tutto” e nella sua musica. Era un ragazzino molto sensibile e amava suonare il violino, in completa solitudine, lontano da tutto e tutti. Aveva molti amici, era brillante, simpatico e spiritoso e loro gli erano molto affezionati. Lui sapeva sempre come aiutarli e come riaccendere il loro sorriso se erano giù. I genitori di Giulio erano contenti di lui, nonostante i risultati scolastici non fossero il massimo. Si rendevano conto che il figlio aveva un dono: divertire facendo dimentica- re le situazioni difficili. Tuttavia non capivano quel suo estraniarsi con la musica del suo violino che consideravano solo un divertimento, senza comprenderne l’importanza. Giulio, del resto, teneva per sé il fantastico mondo in cui entrava quando suonava e che svaniva non appena posava l’archetto. In pochissimi lo capivano e questo non lo impensieriva perché lui aveva già deciso: avrebbe vissuto di musica! Ne era così convinto che una sera, a cena, decise di dirlo ai suoi genitori. Con il sorriso di chi crede in un sogno cercò di farli partecipi delle emozioni che provava quando suonava. Ma la loro reazione non fu quella spera- ta: “Vorrai mica andare a suonare nelle piazze?” fu la cosa più carina che gli dissero, senza com- prendere cosa gli stava veramente a cuore e tra- sformando il suo sorriso in una smorfia. 

Passano gli anni. Giulio, ora, ha una moglie adorabile, Laura e sono molto innamorati. Parlano spesso, fra loro, di come sarebbe bello avere più tempo per stare insieme. Sovente distanti l’uno dall’altra, anche per lungo tempo, a causa dei rispettivi lavori sono veramente una bella coppia. Condividono un sogno che loro stessi chiamano “Pazzia”. L’idea è quella di mettere insieme tutto ciò che desiderano: stare vicini, coinvolgere i loro amici e mettere al centro la loro passione condividendola con chi desidera riceverla. La somma dei loro singoli desideri deve diventare un lavoro. 

L’impegno ed i rischi sono stati tanti e la dedizione senza sosta, ma Giulio e Laura ce l’hanno fatta. E’ il giorno dell’inaugurazione. Anche il cielo settembrino sembra gioire di quel momento. Una leggera brezza muove appena i lunghi capelli di Laura che sorride, stringendo nella mano la forbice mentre Giulio stringe, a sua volta, la mano di lei, emozionato ed orgoglioso di quanto sono riusciti a fare insieme. 

In quel momento Giulio torna velocemente con la mente a quella sera lontana, quando il sorriso di un ragazzino si era trasformato in una smorfia, e l’insuccesso nel far capire la propria passione aveva rischiato di spegnere il suo ardore. In quel preciso momento, Giulio comprende l’importanza di quel primo enorme NO e di quanto lo abbia spronato a perseguire il sogno che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Senza quel NO non ci sarebbero stati l’impegno costante, ed il sacrificio di un ragazzino deciso a dedicarsi completamente alla sua passione che, alimenta- ta dalla scelta consapevole, lo avrebbe portato a diventare tra i più riconosciuti violinisti al mondo. Primo violino dell’orchestra europea, aveva avuto l’onore di suonare lo Stradivari di Paganini ed aveva incontrato il suo amore, Laura, conosciuta in un viaggio a Parigi, mentre si esibiva, come bassista, in un gruppo electropop. 

Il nastro si taglia, le porte vengono aperte e la folla avanza composta per abbracciare entrambi. Felici, Giulio e Laura, possono finalmente condividere con tutti la loro passione nella loro nuova accademia musicale. 

Siate affamati. Siate folli
[Stay hungry. Stay foolish, cit. The Whole Earth Catalog] 

Gabrio Terribile 

Professionista Associato a Fimaa Milano Lodi Monza Brianza