L’Home Staging è una promessa: di creatività, bellezza e successo.

In tantissime ce ne siamo innamorate a prima vista, ci è entrato nel DNA e guida i nostri passi con una certezza: non si può più farne a meno.

Ho sempre osservato con simpatia, le sperimentazioni e le proposte creative di chi, senza nessuna competenza e con pochissima esperienza si vanta di aver realizzato uno staging. Peggio ancora, ho sempre rabbrividito davanti alle proposte di formazione di chi, alle sue spalle, ha ben (dico ben) uno o due lavori realizzati e con quelli pretende di divulgare e di spacciare come novità ciò che Barb Schwarz ha creato oltre 40 anni fa.

A questo punto della mia vita, però, faccio fatica a trattenere il giudizio nei confronti di chi “prende” uno strumento di marketing emozionale pensato per raggiungere l’obiettivo di aumentare la percezione di valore di un immobile in vendita e lo trasforma in un “motivo di orgoglio” per far vedere alle vicine quanto si è bravi a decorare e a trasformare gli ambienti per il solo gusto di farlo.

L’esigenza di scrivere queste righe, nasce proprio per dare un segnale a chi vuole essere un professionista dell’home staging e non un semplice amatore.

Ci sono delle competenze da sviluppare ed errori da non commettere. Mai. 

Te ne dico alcuni, che mi provocano forti mal di testa, ogni volta che li osservo.

1. Decorazione

L’home staging non è decorazione, la decorazione serve a personalizzare un ambiente. Tutto il contrario dell’home staging che lo rende neutro per un obiettivo soltanto: vendere l’immobile. 

Se senti la parola decorazione, che tu sia un cliente che vuole vendere casa o stai pensando di iscriverti ad un corso di home staging, fuggi veloce da chi lo propone. 

2. Interior Design

Diventare Home Stager non è una scorciatoia per essere un interior designer. Sono due approcci diametralmente opposti nei confronti del cliente, seppur si occupano entrambi di disposizione degli ambienti. 

Il modo in cui si vive la casa e il modo in cui si prepara per la vendita sono due cose molto diverse. L’home stager professionista conosce profondamente queste differenze e non gioca a spostare i mobili per vedere l’effetto che fa.

3. Recupero e riciclo

Se c’è una cosa che un’home stager professionista non prende in considerazione è il recupero creativo di oggetti tanto per riempire uno spazio. Per un allestimento professionale servono i giusti oggetti per creare la scena. Non serve avere oggetti in più o recuperati per l’occasione.

L’home stager professionista imposta un suo magazzino iniziale con gran parte del necessario per gli allestimenti. Non si improvvisa ma tutto è pianificato e funzionale.

Un ultima cosa che ti fa capire se hai di fronte un professionista o un amatore: 

Il miglior home staging è quello che non si vede

Già da sola, questa massima di Barb Schwarz fornisce un preciso indirizzo a chi vuole dare un’identità professionale ai propri lavori, lasciare a casa l’ego per raggiungere un obiettivo comune: la vendita di un immobile.

Lascia che i complimenti te li facciano gli altri, lascia perdere i selfie con la macchina carica, sii leggera e discreta.

Perché l’home staging si occupa di persone,

le case sono solo una scusa per farlo.

Francesca Greco