Se osservi questo mondo da lontano probabilmente la tua percezione è quella giusta. Ma se solo provi ad avvicinarti a questo mondo, capirai presto che le case sono solo una scusa per occuparsi di persone e delle loro emozioni.
E più ti immergi in questo microcosmo di anime belle e più capisci che le emozioni messe in condivisione cominciano a sprigionare un’energia che coinvolge e attrae altre e nuove persone. A questo punto, avviene la magia …
La casa si vende (o si affitta) prima.
L’home stager diventa indispensabile nel tradurre in un linguaggio fatto di arredi e complementi, dettagli e profumi, luci e colori, ciò che quella casa può rappresentare per le persone che la abiteranno.
La casa, o meglio, il bisogno di essa, è legata a istinti primordiali che sono alla base di ogni nostra decisione. Parla di sicurezza, di affetti, di intimità, di convivialità e di tante altre emozioni che la vita porta con sé e che la casa racchiude. Come uno scrigno.
Ed è in questa fase di passaggio che l’home stager compie vere e proprie magie.
Quando si fa un decluttering, lo si fa con tutta la delicatezza del mondo, perché non si stanno maneggiando vecchi oggetti ma ricordi ancora vivi.
Quando si crea un allestimento, non si sta facendo un esercizio stilistico di interior design. Si sta creando l’immagine di un luogo pronto ad accogliere nuove storie e nuovi ricordi.
Quando si fa una fotografia, non si sta fissando l’immagine di ciò che è stato fatto. Si sta parlando alla persona che la abiterà attraverso un dettaglio. Proprio quel dettaglio che farà scattare il desiderio di poterla vedere.
E dopo averla vista, continuare a desiderarla e ad immaginare la nuova, prossima vita tra quelle pareti.
Il lavoro dell’home stager è meraviglioso, perché ti consente di aiutare le persone a realizzare i propri desideri, in un tempo più breve di quello che il mercato e i media raccontano.
Lo fa portando bellezza nelle case. E poi tutto viene di conseguenza, perché si sa: “Il bello chiama il bello” (cit. Francesca Greco)