Se una casa è presentata al meglio, si vende prima. È un concetto talmente semplice e ovvio che non avrebbe nemmeno senso esprimerlo.

Ma …

Gli annunci immobiliari continuano ad essere un campionario di foto imbarazzanti sia per chi li pubblica ma anche e soprattutto per chi ha pensato di affidarsi ad un professionista piuttosto che farlo da privato.

L’home staging sarebbe la soluzione più ovvia per ogni agenzia immobiliare, giusto?

In teoria, ma nella pratica la resistenza al cambiamento prevale all’innovazione della proposta.

Fa sorridere leggere che l’home staging è una nuova tecnica di marketing immobiliare, per il solo fatto che il primo home staging, Barb Schwarz l’ha fatto nel 1972, mentre ascoltava su un giradischi le canzoni di Neil Young e dei Beatles.

L’entusiasmo di una scoperta dura un tempo brevissimo, per essere superata velocemente da una naturale resistenza al cambiamento fondata su paura, sfiducia e incertezza.

“Abbiamo sempre fatto così!” “L’ennesima americanata!” “Si, ma poi chi lo paga questo nuovo servizio?”

Per chiarire il concetto, supponiamo che l’home staging sia una nuova tecnologia. Adottarla o meno è una decisione che viene condizionata da quattro diversi fattori basati sulle esperienze pregresse o del cosiddetto “conosciuto personale”.

1)      La percezione di efficacia legata al raggiungimento dei propri obiettivi attraverso l’utilizzo della nuova tecnologia (ho una meta e la voglio raggiungere)

2)      La consapevolezza di essere capaci di sostenere il processo di adozione e implementazione della nuova tecnologia (imparo come si fa)

3)      L’apprensione che genera ansia nel procedere in una nuova direzione (sto andando bene?)

4)      La spontaneità nell’interazione con la nuova tecnologia (è facile farlo)

In assoluto non esiste una risposta a come una singola agenzia reagisce nell’inserire nel proprio processo di marketing l’home staging. Inoltre, il ragionamento può venire falsato dai riferimenti al mercato (che vuol dire tutto ma anche niente).

In sostanza, gli innovatori se ne fregano di quello che fanno gli altri, mentre i resistenti al cambiamento se non vedono altri che lo fanno non si muovono nemmeno.

In realtà esiste un sistema e un metodo preciso per migliorare la presentazione degli immobili in vendita o in affitto e guarda caso si chiama Home Staging.

Esistono agenzie immobiliari che ne colgono le opportunità e cercano di capire come implementarlo nel loro modo di lavorare (la nostra lo fa dal 2015).

Esistono Home Stager professionali e formati per pianificare un progetto di allestimento impeccabile.

Quando questi fattori si combinano e si trovano, il successo è assicurato.

Abbiamo creato la nostra Academy proprio per lavorare sulla consapevolezza all’utilizzo dell’home staging e sulla cultura del bello.

Chi porta con sé il valore del bello, non ha nulla da temere, il bello lo porterà lontano e verso il successo.

Un Home Stager, in questo momento, non può limitarsi a presentare una brochure ma deve trasmettere la propria convinzione rispetto all’idea che una casa deve essere presentata al meglio per essere scelta tra mille annunci in tempi molto più rapidi rispetto a qualsiasi altra presentata con superficialità.

L’Home Stager che segue la nostra filosofia, sa che occorre prima di tutto occuparsi delle PERSONE con cui si entra in contatto e fare divulgazione senza risparmiarsi.

Parlare con entusiasmo di quello che si fa, non mollare di un centimetro sulla necessità di dare il meglio ai propri clienti, portando sempre più qualità sul mercato, in modo da migliorare la percezione di una figura professionale che fa dell’empatia e della miglior presentazione non solo un biglietto da visita ma un vero e proprio manifesto.

“IL BELLO CHIAMA IL BELLO”

(Cit. Francesca Greco)